Le criticità del nostro sistema sanitario sono ormai evidenti: tra queste la carenza di risorse infermieristiche è forse la preponderante, soprattutto in termini di sicurezza per i cittadini ed i pazienti, in questo dovrebbe quindi sorgere una riflessione su quale sia la dimensione dell'impatto degli interventi infermieristici.
La ricerca scientifica ci offre delle importanti evidenze e spunti di riflessione: già nel 2002 si osservava che all'aumentare di un singolo paziente si associava un aumento del 7% di rischio di morte a 30 giorni dal ricovero (https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/195438), studio poi riconfermato successivamente dal medesimo autore dimostrando fortemente come le risorse infermieristiche fossero correlate alla incolumità dei pazienti (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24581683/) .
Nella realtà italiana lo studio RN4CAST@IT-Ped del 2018 (https://www.fnopi.it/archivio_news/attualita/2683/RN4CAST-IT-%20PED%20Report%20generale%20%20-1-.pdf) ha delineato le principali criticità di missed nursing care in ambito pediatrico, mostrando come il valore medio nazionale di prestazioni infermieristiche non effettuate durante nel setting lavorativo (es. lavaggio delle mani, valutazione degli accessi vascolari, somministrazione terapia nell'orario indicato) per singolo infermiere fosse di 5,1, con i conseguenti aumenti di rischi associati ed aumento di giorni di degenza (https://www.fnopi.it/archivio_news/attualita/2683/RN4CAST-IT-%20PED%20Report%20generale%20%20-1-.pdf).
Senza dubbio il futuro ci riserverà importanti sfide che dovranno essere affrontate con fantasia e coraggio. L’Ordine non potrà esimersi dall’entrare in merito, seppur nel rispetto del proprio ruolo, nel dialogo con Regione ed Aziende sanitarie.
Andrea Bianchi
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