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Formazione continua e gestione delle emergenze: l'importanza di un approccio strutturato e pratico.

La realtà professionale in cui ci troviamo immersi tutti i giorni ci conferma che valutare un evento con un approccio superficiale incrementa il rischio clinico su tutto il sistema di risposta.


Questo accade in ogni setting, ma ancora di più nell’emergenza. In questo ambito, il problema principale è che le competenze necessarie a cogliere gli elementi predittivi ed evolutivi di un evento a carattere evolutivo non sono innate, non si acquisiscono mettendosi una divisa gialla, e tantomeno si mantengono da sole, così, senza alimentarle costantemente.


Questo però non vuol dire che siano competenze esclusive di chi lavora nel sistema di emergenza, perché quando un numero considerevole di feriti o coinvolti arriva improvvisamente in Pronto Soccorso, tutto l’ospedale si deve rimodulare per utilizzare al meglio le risorse disponibili in quel determinato momento.


E allora, come è possibile spalmare questa competenza su tutto il personale e alimentarla nel tempo? E’ necessario semplificare le azioni di comando, standardizzarle, ed abituarsi a lavorare per processi, sfruttando l’esperienza maturata con la quotidiana interazione con tutti i vari protagonisti, esattamente come abbiamo imparato a fare nel percorso IMA o nel percorso Stroke.


La formazione deve quindi divenire formAzione: imparare facendo è ancora una fondamentale strategia!


Filippo Arfaioli

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