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L’infermiere Gestore del Percorso Assistenziale

Uno dei milioni di milioni (per citare una pubblicità) dei problemi mondiali, europei e non tanto meno italiani, è il sovraffollamento in Pronto Soccorso: tema caldo, caldissimo almeno quanto le ultime stagioni estive.

Negli ultimi anni, infatti, la letteratura ha rilevato un progressivo aumento nell’utilizzo dei servizi sanitari d’emergenza in tutto il continente: la proporzione dei pazienti che si reca al Pronto Soccorso per problemi non urgenti è attestata tra  il 9% ed il 54,1% negli USA, tra il 25,5 % ed il 60% in Canada, tra il 19,6% ed il 40,9% in Europa. Tale variabilità è presente anche in Italia fino ad un massimo dell’80%, con valore medio nazionale di circa il 25%.   


Quindi l’overcrowding, per dirla all’anglosassone, è un problema reale e percepito dai professionisti dell’emergenza: consuma energie, tempo, risorse, denaro, e converte l’obiettivo di un Pronto Soccorso da una struttura deputata alla gestione dell’emergenza, ad una struttura ambulatoriale che ogni tanto, in mezzo a qualche patereccio e a una congiuntivite, deve gestire anche un’urgenza.


Sebbene sia ben noto dalla letteratura che le cause del sovraffollamento siano molteplici, multifattoriali, estrinseche ed intrinseche all’organizzazione del sistema dell’emergenza, in maniera del tutto intuitiva, senza interrogarsi troppo, è facile comprende anche quali siano le ragioni che spingono all’accesso indiscriminato al Pronto Soccorso: la costante disponibilità di risorse, l’accessibilità sulle 24 ore, la difficoltà ad usufruire di percorsi alternativi, per citarne alcune. Tuttavia, le conseguenze che ne derivano non sono trascurabili, tanto è vero che le lunghe permanenze in barella dei pazienti con relativo incremento di eventi avversi, allungamento dei tempi d’attesa, riduzione della qualità dei servizi, perdita di risorse economiche e, ultimo ma non per importanza,  riduzione della soddisfazione complessiva del personale, si traducono in un’inefficienza insostenibile.


Tra le tante iniziative e soluzioni messe in atto nel passato, per tentare di arginare questo problema, la Toscana dal 2023 ha nelle aziende sanitarie istituito ed attivato la funzione del flussista o Gestore Percorso Assistenziale (GPA), figura che deve essere presente in Pronto Soccorso per 12 ore, 7 giorni su 7. Nel contesto ospedaliero questa figura infermieristica permette la corretta gestione del percorso del paziente, in modo coordinato con il bed management, mantenendo un feedback continuo con le aree di assistenza, per giungere ad assegnare il paziente all’équipe che è in grado di farsi carico della persona, coi suoi problemi, in quel determinato momento, con gli obiettivi di intercettare i casi urgenti e di individuare gli outlier, per governare in sicurezza l’attesa. È ancora presto per pensare che questa possa essere una soluzione a tutti problemi, ma è rivolta ad una corretta presa in carico della persona e dei suoi bisogni, consapevoli che il miglioramento non è solo dato dalle competenze e dall’inserimento di una figura, piuttosto è influenzato dal contesto e dalle politiche di ogni singola organizzazione e dalle risorse disponibili.


Giacomo Farolfi

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